lunedì 21 agosto 2017

ISLANDA: QUELLO CHE BISOGNA SAPERE

Eccomi di ritorno dall’Islanda, terra selvaggia e un po’ isolata dal resto dell’ Europa. Questo lo sanno tutti, ma forse non tutti conoscono altri aspetti di questa nazione.

Intanto chi decidesse di andare alla scoperta di questo paese deve essere a conoscenza che sia i voli che gli alberghi devono essere prenotati, quanto meno per i mesi estivi, con almeno 8-10 mesi di anticipo. Questo perché l’Islanda ha avuto un forte sviluppo del turismo in questi ultimi anni ma non si è ancora attrezzata di infrastrutture turistiche atte a far fronte ad una piuttosto elevata e sempre crescente richiesta di questo tipo. I voli per l’ Islanda sono pochi e gli unici diretti dall’Italia sono quelli effettuati dalle due compagnie islandesi Icelandair e Wowair che arrivano all’Aeroporto Internazionale di Reykjavik nel cuore della notte.
Reykjavik - Chiesa luterana
In alternativa bisogna ripiegare sulle compagnie scandinave tipo Sas o Norwegian con relativi scali, mentre i voli effettuati da altri vettori sono veramente pochi. Questa mancanza di concorrenza fa si che sia i voli diretti che con scalo abbiano dei prezzi molto elevati rispetto allo standard .

Stesso discorso per gli alberghi. In Islanda ci sono appena 334.000 abitanti di cui 122.000 abitano nella capitale Reykjavik. Gli alberghi , già pochi nella capitale, diventano una rarità quando ci si allontana da Reykjavik considerando nell’elenco anche le loro guesthouses. Questo fa si che una camera di quello che da noi potrebbe essere un tre stelle (i loro hotel non hanno le stelle) costi intorno ai 350 euro a notte . Come si capisce quindi i prezzi per noi sono molto elevati : un piatto normalissimo in un qualsiasi ristorante costa intorno ai nostri 30 euro, quindi con una birra insieme è difficile stare sotto ai 40 euro a pasto prendendo un piatto solo. 
Geyser

Ovviamente non fa eccezione il costo del noleggio autovetture (i treni non esistono e il servizio autobus è per lo più ristretto alle zone limitrofe alla capitale), ma anche ciò che non è turistico ha prezzi per noi molto elevati.

Da considerare che gli islandesi hanno la fortuna di non pagare riscaldamento ed energia elettrica sfruttando le loro sorgenti di acqua calda.

Anche il clima merita qualche considerazione. Noi siamo abituati a considerare l’Islanda una terra freddissima. Ora nessuno va in Islanda a fare i bagni ma le temperature in estate oscillano fra un minimo di 4 o 5 gradi fino ad un massimo di 17-18 gradi. Ovviamente in inverno la temperatura va sotto zero ma non molto di più di quanto si registra nel Nord Italia anche se per periodi più lunghi.
E’ molto frequente anche in estate la pioggia, ma il tempo in Islanda cambia molto repentinamente anche più volte durante il giorno ed aver trovato una serie di giornate soleggiate è stata una fortuna dopo essere atterrati in una bufera di pioggia e vento che ci aveva all’inizio un po’ preoccupati.
E’ invece noto che in estate le ore di chiaro sono molte, mentre in inverno è quasi sempre buio.
Vulcano Kerio

Le strade in Islanda non sono tutte facilmente transitabili. Le strade asfaltate riguardano la zona intorno alla capitale e l’ anello costiero dell’ isola. Ma anche su queste strade quando ci si allontana da Reykjavik bisogna fare attenzione all’attraversamento di animali, pecore e capre in particolare, e al fatto che i ponti sono ad una corsia unica. Le altre strade sono sterrate tanto è vero che quando si noleggia una vettura non esiste un’assicurazione che copra la rottura di vetri e pneumatici, mentre per tempeste di sabbia lavica che possono rovinare la carrozzeria bisogna sottoscriverne una in particolare.

Consci di tutto ciò possiamo goderci le bellezze di questo paese che va a lambire il circolo polare artico.

La maggiore attrazione nei pressi di Reykjavik è il così detto Circolo d’oro che comprende il Parco Nazionale Pingvellir, le cascate Gulfoss e la visita dei geyser, ossia delle tipiche sorgenti di acqua calda sparse un po’ per tutto il paese.

Nella penisola a sud della capitale è situata la famosa Laguna Blu, ossia una piscina di acqua calda termale presa d’assalto dai turisti per fare il bagno che anch’essa deve essere prenotata in anticipo.

Ma a tal proposito bisogna dire che esistono altre strutture simili in varie zone del Paese seppur più piccole e meno famose che non necessitano di prenotazione, che sono molto meno affollate e soprattutto molto meno care.
Anfibio

Allontanandoci da Reykjiavik, che pure essa merita una visita, ci addentriamo in un paesaggio desertico e selvaggio che ci tiene compagnia per centinaia di chilometri nella sua comunque rapida e continua mutevolezza. Si passa dalle distese verdi ricche di pecore, capre, mucche e cavalli alla roccia grigia fino alle lande desolate ed immense di roccia nera vulcanica. Non dimentichiamo che siamo nel paese dei vulcani e sul più antico vulcano del paese ci siamo inerpicati fino al cratere con una scarpinata di qualche ora. Inoltre non abbiamo disdegnato la visita al punto di congiunzione della placca americana con quella euro-asiatica. I laghi sono ovunque, ma quello che merita una visita è il Lago glaciale di Joculsarlon a ridosso del ghiacciaio più grande d’Europa, ossia del Ghiacciaio Vatnajokull.
Navigazione sul Lago glaciale di Joculsarlon
Per visitare questo lago abbiamo dovuto pernottare in una piccola cittadina di pescatori, Hofn, a circa 500 km da Reykjavik, ma altresì distante 100 km dal lago per mancanza di strutture alberghiere più vicine. A Joculsarlon ci siamo imbarcati su un mezzo anfibio per una navigazione in mezzo agli iceberg e alle foche.

L’ultimo giorno lo abbiamo dedicato alla visita della costa occidentale che ha punti di rara bellezza anche se i suoi fiordi non sono, almeno nella parte meridionale, circondati da alte cime come quelli norvegesi.
Lago glaciale di Joculsarlon

Infine una breve considerazione sulla loro cucina. La cucina islandese, seppure un po’ grassa per noi, non è cosi terribile, almeno se non ci fermiamo per periodi lunghissimi, ed è caratterizzata in prevalenza da agnello, pesce ( in particolare salmone) e patate. Per chi non riesce fare a meno dei ristoranti italiani, in Reykjavik è da consigliare “Caruso”, locale piacevole, cucina buona, prezzi nella loro media e frequentato anche dalla popolazione locale.

martedì 16 maggio 2017

IL CLUB INTERNAZIONALE DEI GRANDI VIAGGIATORI

Nel 1982 un giornalista tunisino di nome Rached Trime ha voluto creare un sodalizio internazionale per raggruppare persone di tutto il mondo che amano viaggiare. E’ così nato il “Club Internazionale dei Grandi Viaggiatori“ a cui hanno diritto iscriversi coloro che hanno visitato almeno 50 stati. Chi è al di sotto dei trent’anni è sufficiente abbia visitato almeno tanti stati quanti sono i suoi anni.

Mappa Nazioni visitate sino ad oggi
Per la verità la lista degli stati proposti per l’iscrizione non è di 194 quanti sono gli stati veri e propri ma di 222 perché vi è un’aggiunta di isole e territori che non costituiscono stati autonomi.

Infatti gli stati a tutti gli effetti sono i 193 riconosciuti dall’ONU oltre allo Stato Città del Vaticano che ha lo status di osservatore esterno per un totale di 194.
La Palestina, pur riconosciuta da 120 stati, non può per il momento ancora definirsi stato autonomo, così come avviene per il Kosovo riconosciuto da 115 stati di cui 21 appartenenti all’UE.
Taiwan infine riconosciuto da 21 stati è a tutti gli effetti appartenente alla Repubblica Popolare Cinese.


Il club ha una sua rivista che si chiama “Astrolabe“ e i soci si riuniscono una volta all’anno in un posto sempre diverso per  il loro congresso mondiale.

sabato 21 gennaio 2017

MALDIVE!

Sono tornato da pochi giorni dalle Maldive e sto ancora cercando di abituarmi alla differenza di clima (da + 30 a -5 °C) dopo un soggiorno di 8 giorni in periodo post natalizio di inizio anno con la mia famiglia trascorso al Maayafushi Island Resort nell’atollo di Ari.

Le isole Maldive sono una Repubblica composta da 26 atolli in pieno Oceano Indiano poco sopra la linea dell’ equatore divisi in 19 amministrazioni  che comprendono 1190 isole.
I libri per la verità riportano 1192 isole ma due sono state mangiate dal mare negli ultimi tempi, ed è destino, pare, che entro i prossimi cinquant’anni tutte le altre isole debbano fare la medesima fine. Tant’è vero che il governo maldiviano ha già comprato delle terre in Australia per trasferirsi quando l’innalzamento del livello del mare abbia sepolto l’intera nazione.
Maldive - gennaio 2017
Solo duecento isole circa sono abitate, di cui circa cento occupate dai resort turistici e circa cento abitate dalla popolazione locale. La maggior parte della popolazione vive nella capitale Malè, la cui isola è diventata  un agglomerato di palazzoni disordinati e sempre più alti a causa della mancanza di spazio e che sta per essere collegata con un ponte all’isola adiacente ove sorge l’aeroporto internazionale  da cui partono le navi veloci e gli idrovolanti per i collegamenti con le varie isole adibite ai soggiorni turistici.
La popolazione locale vive esclusivamente di pesca e di turismo.
L’ isola di Maayafushi è stata scelta per il mio soggiorno per alcune sue caratteristiche: un reef o barriera corallina se vogliamo dirla in italiano che circonda l’intera isola ed è raggiungibile senza l’ uso di barche,  una lunga lingua di sabbia che si staglia nel mare per diverse decine di metri  ed una meravigliosa vegetazione all’interno. Naturalmente parliamo di isole che hanno la dimensione presso a poco di una grande piazza delle nostre città.
Il grado di comfort alberghiero era più che buono e la cucina era italiana, essendo la struttura gestita da un gruppo italiano, pur non mancando le specialità maldiviane, i frutti tropicali ed i pesci locali.
Esistono anche isole con lussuosissimi resort per miliardari con camere ricavate sotto il livello del mare con vetrate con coralli e pesci a vista, maggiordomi a disposizione e quant’altro per la modica cifra di soggiorni che vanno dai cinquanta ai cento mila dollari a settimana a testa.
Maldive - gennaio 2017
Due scoperte fatte in loco: il bagno maldiviano, inteso come servizi igienici, non ha il soffitto ma è in parte a cielo aperto tranne un piccolo riparo parziale per le piogge e la finissima sabbia bianca sulla spiaggia non brucia mai in quanto formatasi da coralli tritati.
Io che non sono un grande nuotatore e tanto meno subacqueo ho potuto raggiungere la barriera corallina ed osservare i pesci pagliaccio oltre a pesci coloratissimi di varie dimensioni, alle  razze, alle tartarughe e alle stelle marine, ai serpenti marini. Ho fatto il bagno, vincendo una iniziale titubanza, con gli squali, ovviamente di  una razza che non attacca l’uomo, per non dire di quando ci è passato accanto un branco di una trentina di delfini.
Non sono appassionatissimo di vita di mare, ma di fronte a tanta natura e tanta bellezza  mi arrendo!
Family - Maldive - gennaio 2017

Non è potuta mancare un’escursione ad una vicina isola di pescatori, ossia un’isola abitata dalla popolazione locale, usando la loro tipica imbarcazione, il dhoni, per vedere le loro case, la moschea, la scuola e l’artigianato locale ma soprattutto per avere anche un contatto con la gente del posto diversa da quella che lavora nelle strutture turistiche.