Gli Stati Uniti sono uno di quegli stati che io chiamo stati-continenti perché hanno dimensioni tali che per visitarli tutti ci vorrebbero anni, così come la Cina, il Canada, il Messico, l’ Australia, il Brasile, l’India o la Russia.
Dovendo scegliere quello che più mi interessava nei miei viaggi negli States ho scelto di vedere ad est New York, Washington, Cascate del Niagara sconfinando in Canada fino a Toronto, ad Ovest San Francisco, Los Angeles, Las Vegas con sorvolo del Gran Canyon, il deserto del Nevada, le Montagne Rocciose, Yosemite Park, la costa californiana e con viaggio a parte, nell’agosto del 1995, la Florida che tanto ha da offrire.
Ha tanto da offrire a partire da
Miami Beach che è una lingua di terra racchiusa a destra e a sinistra dal mare con la sua spiaggia di sabbia fine e chiara e il suo lungomare “Ocean Drive” famoso in tutto il mondo per i suoi locali (piuttosto cari) e l’Art dèco.
A sud di Miami non si possono non visitare le Isole Keys percorrendo i lunghi ponti che collegano oltre trenta isole fino ad arrivare a Key West, estremo lembo meridionale della Florida e di tutti gli Stati Uniti a soli 145 Km di distanza da Cuba e dove ebbe casa anche Hemingway.
Altra classica meta turistica sempre a sud sono le
Everglades, una riserva di paludi di oltre un milione e mezzo di acri con l’erba che spunta dall’ acqua infestata di pericolosi caimani ed abitata dagli indiani d’America che i bianchi hanno lì confinato dandogli la possibilità di vivere con la gestione di alcuni casinò laddove il gioco d’azzardo sarebbe invece vietato.
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Key West - agosto 1995 |
Queste paludi sono visitabili percorrendole con particolari imbarcazioni che hanno un rumore veramente assordante, cosi come sono visitabili i villaggi degli indiani che a pagamento per i turisti fanno qualche spettacolo con i caimani per arrotondare le loro entrate.
Non male è la costa della Florida con località che riportano nomi in inglese di città italiane come Napoli o Venezia e con località che si appalesano veramente molto ricche a giudicare dalle ville e dalle auto che circolano. Non per niente la Florida è il luogo nel quale i ricchi americani vanno a svernare usufruendo del clima favorevole tutto l’anno.
Orlando a nord è diventata la sede dei maggiori parchi tematici della Florida se non di tutti gli Stati Uniti. Fermandomi tre giorni, ho potuto visitarne tre, poiché date le code è impossibile vistare più di un parco al giorno. Avendo con me mia figlia Erica, che all’epoca aveva solo tre anni, ho visitato per iniziare il
Disney’s Magic Kingdom, simile per intenderci a quelli di Los Angeles, Parigi e Tokyo e che è il più classico dei parchi divertimenti non solo per bambini.
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Orlando - Disney's Magic Kingdom - ago 95 |
Ho poi optato per gli Universal Studios, presenti anche a Los Angeles, dove si vivono alcuni dei film più famosi: mi ricordo di essere andato sulla vettura di “
Ritorno al futuro“, sulla barca per “Lo squalo”, sulla bici per “ E.T.”, di aver visto King Kong fra i grattacieli di New York, i dinosauri di Jurassic Park e di aver vissuto l’incendio nella metropolitana di San Francisco con relativo terremoto. Questo parco al contrario per mia figlia, data appunto l’età, è stato un po' un incubo ma io e mia moglie abbiamo fatto del nostro meglio per rassicurarla. Infine come ultimo parco la scelta è caduta su Epcot Center, un parco a tema veramente molto interessante presente solo ad Orlando che racconta in sintesi il pianeta Terra come era, come è e come sarà in futuro. Mi è spiaciuto rinunciare al parco acquatico Sea World ma i giorni a disposizione erano finiti.
Ma il giorno di tutto il viaggio in Florida che non potrò mai dimenticare è quando ho avuto la possibilità di andare a
Cape Canaveral, al centro Nasa, che per altro è in un bellissimo parco naturale e dove ho potuto visitare il centro di controllo che assiste la partenza delle astronavi nel primo minuto (poi il controllo passa a Houston), le rampe di lancio e gli hangar, i vari tipi di missili che si sono succeduti dalle prime missioni Gemini in poi, ma soprattutto ho potuto sedermi in uno
Space Shuttle, che per me che da bambino sognavo come tanti di fare l’astronauta, è stata un’emozione indimenticabile!
Osservando con attenzione e referenza le centinaia di leve, di pulsanti e di display che mi circondavano ovunque mi sono estraniato dal mondo reale e ho cominciato a sognare veramente come un bambino vivendo una situazione irreale fin tanto che non mi hanno chiamato perché era ora di partire. Il sogno si è bruscamente interrotto ma il ricordo a distanza di anni è più vivo che mai!
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Marco Island - agosto 1995 |
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