domenica 2 giugno 2019

COME HO SCOPERTO DI ESSERE VIAGGIATORE

Ero un ragazzino di una quindicina di anni ed eravamo all’inizio degli anni ’70. Ai miei genitori viaggiare piaceva abbastanza, ma allora le facilitazioni negli spostamenti, specialmente a medio e lungo raggio non erano certo quelle di oggi. I viaggi aerei non erano ancora la normalità almeno in Italia e in Europa, un po’ di più negli Stati Uniti. I collegamenti stradali ed autostradali inclusi i trafori, i viadotti e quant’altro nascevano a ritmo vertiginoso in quegli anni in Italia e nei paesi europei più avanzati, le autovetture erano lontane parenti di quelle che conosciamo oggi, le strutture alberghiere e ricettive in genere erano molte meno, internet e telefonini ovviamente non esistevano neppure nella fantascienza. Infine la tanto vituperata Unione Europea, che tanto ha fatto fra le altre cose per facilitare gli spostamenti, era poco più che in fase embrionale con altro nome, poche nazioni, ecc. e poco aveva a che fare con quella che conosciamo oggi, che pure avrà i suoi difetti, ma ritengo sia la più bella cosa costruita dal dopo guerra ai giorni nostri. 

Tour Eiffel - Parigi - https://pixabay.com/it/ 

In questo panorama viaggiare era sicuramente meno agevole di oggi anche se si viveva un continuo miglioramento delle condizioni. 

Prima di quell’età i miei mi avevano portato in giro per l’Italia, ero stato in Svizzera, nella ex Jugoslavia e in Francia in Costa Azzurra e potevo ritenermi una persona già fortunata. 

Ma poi scatta in me una molla e propongo a mio padre di fare, per le prossime ferie di agosto, un giro in auto toccando Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Lussemburgo. Nonostante mio padre conoscesse già tutti quei posti in quanto vi era stato più di una volta per lavoro, accetta con entusiasmo di portare tutta la famiglia e partimmo all’avventura senza prenotazioni (allora non era così facile prenotare specie all’estero) e con la nostra carta verde che veniva rilasciata solo su richiesta. 

La nostra prima tappa dopo un giorno di soggiorno a Courmayeur e dopo aver attraversato il traforo del Monte Bianco inaugurato alcuni anni prima fu Parigi nota come una delle città più belle e fascinose del mondo.

Parigi la visitammo in metrò, che era e rimane il mezzo più comodo, e io mi affidai ciecamente ai miei genitori che già la conoscevano. Ad un certo punto nella prima mattinata di visita uscimmo alla fermata del Trocaderò che per me all’epoca non significava più di tanto e mio padre mi disse: "Prova un po’ a girarti da quella parte" e di incanto senza aspettarmelo vidi davanti a me vicinissima e in tutta la sua maestosità la Tour Eiffel, uno dei simboli non solo di Parigi ma del mondo intero.
Parigi - maggio 2008

L’emozione provata, tenendo se vogliamo anche conto della giovane età, fu così intensa che a distanza di anni me la ricordo come fosse ieri, e lì decisi che quelle emozioni cosi belle, intense e piacevoli avrebbero dovuto ripetersi per tutta la mia vita e lì scoprii che dovevo diventare un viaggiatore. 

Feci ancora qualche altro viaggio in auto con i miei genitori e poi con il passare degli anni conobbi Stella, colei che sarebbe diventata mia moglie, che venne talmente contagiata dalla mia passione per i viaggi tanto forse da superarmi. 
Parigi - maggio 2008

Con lei sono andato alla scoperta dei cinque Continenti visitando posti stupendi che mi hanno fatto più volte, seppure non più ragazzino, rivivere quell’emozione provata dinnanzi alla Tour Eiffel. 

Ricordo a tal proposito il Machu Picchu in Perù, le piramidi e la Sfinge in Egitto, la Muraglia cinese, il Cristo Redentore a Rio de Janeiro, Petra in Giordania, il Taj Mahal in India, Ayers Rock in Australia, l’Empire State Building a New York, e altri ancora.

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