sabato 4 luglio 2015

KANGAROO ISLAND



KANGAROO ISLAND - Australia 2012
Arriviamo all’aeroporto di Adelaide dove dobbiamo depositare i nostri bagagli rimanendo solo con uno  poco ingombrante e poco pesante  per imbarcarci su un piccolo aereo che ci porta a Kangaroo  Island, un’ isola a sud di Adelaide grande qualche volta la nostra Isola d’ Elba, che costituisce uno dei posti al mondo più bello che io abbia mai visto, anche più della grande barriera corallina a  Cairns, nord-est dell’Australia,  ai tropici.
Canguri a Kangaroo Island - Australia 2012
Si può arrivare anche con la nave, ma i nostri tempi sono come al solito stretti considerando che in 15 giorni dobbiamo vedere il sud, il centro ed il nord dell’Australia prendendo sette voli interni, un elicottero, un catamarano, auto e svariati pulman senza considerare i tragitti a piedi.
Atterriamo in questo paradiso terrestre che è ormai sera e si sta facendo buio e subito incontriamo quelli che il giorno seguente saranno il nostro autista e la nostra guida locale, Mia,  una simpatica e sveglia ragazza italiana che giunta anni fa sull’isola si è innamorata del posto e non è più ripartita. L’unico problema è che per avere un po’ di vita sociale o fare una visita medica  deve almeno raggiungere Adelaide.
Kangaroo Island - Australia 2012

Ci sistemiamo in uno dei due piccoli hotel dell’ isola che insieme al piccolo aeroporto e ad un paio di ristoranti tutti concentrati in unico centro abitato costituiscono le uniche infrastrutture turistiche: è assolutamente vietato costruire altro per preservare la bellezza dell’isola.
Dopo cena ci vestiamo per bene, là è  inverno e siamo a circa tremila chilometri  dall‘Antartide, e rischiando la congestione andiamo a visitare una colonia di pinguini di una razza assai piccola che vive in specie di anse lungo una scogliera che degrada verso il mare: chi ci accompagna  è dotato di una lampada ad infrarossi per illuminare i pinguini senza spaventarli e raccomanda l’assoluto silenzio.
Kangaroo Island - Australia 2012
Il giorno seguente di buon mattino siamo pronti alla visita in pulmino dell’isola che costituisce come ho detto un paradiso per la sua flora e la sua fauna. Il primo incontro è con la razza di pellicani più grande al mondo che passeggiano su una scogliera che costituisce già da sola uno spettacolo raro, ma ben presto ci aspettano i wallaby, piccoli e  simpatici marsupiali,  seguiti dai canguri ed infine i canguri rossi,  che sono al contrario i più grandi fra i marsupiali, tutti ovviamente nel loro habitat naturale. Non ci facciamo mancare neppure gli opossum.
Ad un certo momento guida ed autista si allontanano dicendo che hanno una piccola incombenza da svolgere e ci invitano nell’attesa ad un breve sentiero naturalistico dove ci avrebbero a breve raggiunti.
Dopo una mezz’ora circa veniamo richiamati e abbiamo una graditissima sorpresa: in pochissimo tempo ci hanno preparato un pasto completo in mezzo alla natura sfruttando un posto cottura e  ristoro a disposizione di tutti come se ne sono in tutta l’Australia a patto che poi si  ripulisca e riordini tutto com’era (la cosa pubblica in Australia è più importante di quella privata, da noi non sarebbe inconcepibile!). Comodamente seduti a tavola mangiamo un antipasto, carne cotta sull’apposito barbecue, verdura e frutta: infine in quanto italiani abbiamo anche diritto al caffè preparato con una moka portata dalla guida. A questo punto ci sentiamo obbligati ad aiutare a sparecchiare e ripulire ogni cosa.
Koala a Kangaroo Island - Australia 2012
Mi vengono in mente a proposito della civiltà di questo popolo i banchi self service  di frutta e verdura che si incontrano sulle strade australiane: ci si ferma con l’auto, si pesa la merce, si paga mettendo  le monete nell’apposita cassa, la si mette nelle borse e si riparte. Da noi in pochi minuti sparirebbe prima la cassa, poi la merce, quindi la bilancia ed infine forse anche il bancone vuoto: abbiamo tanto da imparare da molti popoli!.
Nel pomeriggio la visita continua alla ricerca dei koala e mentre  cammino nell’erba alta sento la guida sempre vigile su di noi che mi urla: "Fermati!". Stavo per pestare “black tiger”,
Black tiger a Kangaroo Island
il terzo serpente più velenoso al mondo,  che  stava dormendo come spesso capita  in quella stagione invernale e si è lasciato pure fotografare a pochi centimetri di distanza.
Peggio è andata ad un ragazzo del gruppo che, seppure avvertito del pericolo,  ha  pestato  per sbaglio uno dei numerosi  termitai di voracissime e numerosissime formiche: in questi casi le formiche salgono in pochissimi secondi su per tutto il corpo ed il malcapitato  si è trovato costretto a rimanere in boxer per togliersi tutte le formiche dal corpo.
La guida fa presente ai maschietti del gruppo che più fortunati sono stati quelli di un gruppo precedente ove vi era una bella sposina in viaggio di nozze a cui capitò la stessa cosa : la sventurata dovette mettersi  in slip e reggiseno.
Arriviamo ad una distesa di eucalipti e la solita ed esperta guida ci indica numerosi koala che aggrappati ai rami trascorrono anche una ventina di ore immobili per poi mangiare  una foglia di eucalipto e magari spostarsi di ramo e dormire altre innumerevoli ore: sono molto vicini a noi e facilissimi da fotografare in quanto immobili.
E’ prevista infine la visita ad uno dei posti più spettacolari dell’ isola, come se tutto quanto visto fino ad ora fosse ordinaria amministrazione!. Raggiungiamo il posto più a sud dell’isola e su una vasta scogliera battuta da un vento veramente gelido scorgiamo una distesa infinita di leoni marini:
Leoni marini a Kangaroo Island
possiamo passeggiare fra di loro a patto di non disturbarli ed assistere alle lotte a volte anche cruente che fanno fra di loro i maschi rivali per conquistare le femmine.
La giornata volge al termine, si ritorna ad Adelaide consci di aver avuto la fortuna di vedere spettacoli della natura che non si scorderanno per tutta la vita.


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