KANGAROO ISLAND - Australia 2012 |
Arriviamo all’aeroporto di Adelaide dove dobbiamo depositare i nostri
bagagli rimanendo solo con uno poco
ingombrante e poco pesante per
imbarcarci su un piccolo aereo che ci porta a Kangaroo Island, un’ isola a sud di Adelaide grande
qualche volta la nostra Isola d’ Elba, che costituisce uno dei posti al mondo
più bello che io abbia mai visto, anche più della grande barriera corallina a Cairns, nord-est dell’Australia, ai tropici.
Canguri a Kangaroo Island - Australia 2012 |
Si può arrivare anche con la nave, ma i nostri tempi sono come al
solito stretti considerando che in 15 giorni dobbiamo vedere il sud, il centro
ed il nord dell’Australia prendendo sette voli interni, un elicottero, un
catamarano, auto e svariati pulman senza considerare i tragitti a piedi.
Atterriamo in questo paradiso terrestre che è ormai sera e si sta
facendo buio e subito incontriamo quelli che il giorno seguente saranno il
nostro autista e la nostra guida locale, Mia,
una simpatica e sveglia ragazza italiana che giunta anni fa sull’isola
si è innamorata del posto e non è più ripartita. L’unico problema è che per
avere un po’ di vita sociale o fare una visita medica deve almeno raggiungere Adelaide.
Kangaroo Island - Australia 2012 |
Ci sistemiamo in uno dei due piccoli hotel dell’ isola che insieme al
piccolo aeroporto e ad un paio di ristoranti tutti concentrati in unico centro
abitato costituiscono le uniche infrastrutture turistiche: è assolutamente
vietato costruire altro per preservare la bellezza dell’isola.
Dopo cena ci vestiamo per bene, là è inverno e siamo a circa tremila
chilometri dall‘Antartide, e
rischiando la congestione andiamo a visitare una colonia di pinguini di una
razza assai piccola che vive in specie di anse lungo una scogliera che degrada
verso il mare: chi ci accompagna è
dotato di una lampada ad infrarossi per illuminare i pinguini senza spaventarli
e raccomanda l’assoluto silenzio.
Kangaroo Island - Australia 2012 |
Il giorno seguente di buon mattino siamo pronti alla visita in pulmino
dell’isola che costituisce come ho detto un paradiso per la sua flora e la sua
fauna. Il primo incontro è con la razza di pellicani più grande al mondo che
passeggiano su una scogliera che costituisce già da sola uno spettacolo raro,
ma ben presto ci aspettano i wallaby, piccoli e
simpatici marsupiali, seguiti dai
canguri ed infine i canguri rossi, che
sono al contrario i più grandi fra i marsupiali, tutti ovviamente nel loro
habitat naturale. Non ci facciamo mancare neppure gli opossum.
Ad un certo momento guida ed autista si allontanano dicendo che hanno
una piccola incombenza da svolgere e ci invitano nell’attesa ad un breve
sentiero naturalistico dove ci avrebbero a breve raggiunti.
Dopo una mezz’ora circa veniamo richiamati e abbiamo una graditissima
sorpresa: in pochissimo tempo ci hanno preparato un pasto completo in mezzo
alla natura sfruttando un posto cottura e
ristoro a disposizione di tutti come se ne sono in tutta l’Australia a
patto che poi si ripulisca e riordini
tutto com’era (la cosa pubblica in Australia è più importante di quella privata,
da noi non sarebbe inconcepibile!). Comodamente seduti a tavola mangiamo un
antipasto, carne cotta sull’apposito barbecue, verdura e frutta: infine in
quanto italiani abbiamo anche diritto al caffè preparato con una moka portata
dalla guida. A questo punto ci sentiamo obbligati ad aiutare a sparecchiare e
ripulire ogni cosa.
Koala a Kangaroo Island - Australia 2012 |
Mi vengono in mente a proposito della civiltà di questo popolo i
banchi self service di frutta e verdura
che si incontrano sulle strade australiane: ci si ferma con l’auto, si pesa la
merce, si paga mettendo le monete
nell’apposita cassa, la si mette nelle borse e si riparte. Da noi in pochi
minuti sparirebbe prima la cassa, poi la merce, quindi la bilancia ed infine
forse anche il bancone vuoto: abbiamo tanto da imparare da molti popoli!.
Nel pomeriggio la visita continua alla ricerca dei koala e mentre cammino nell’erba alta sento la guida sempre
vigile su di noi che mi urla: "Fermati!". Stavo per pestare “black tiger”,
il terzo serpente più velenoso al mondo, che stava
dormendo come spesso capita in quella
stagione invernale e si è lasciato pure fotografare a pochi centimetri di
distanza.
Black tiger a Kangaroo Island |
Peggio è andata ad un ragazzo del gruppo che, seppure avvertito del
pericolo, ha pestato
per sbaglio uno dei numerosi
termitai di voracissime e numerosissime formiche: in questi casi le
formiche salgono in pochissimi secondi su per tutto il corpo ed il
malcapitato si è trovato costretto a
rimanere in boxer per togliersi tutte le formiche dal corpo.
La guida fa presente ai maschietti del gruppo che più fortunati sono
stati quelli di un gruppo precedente ove vi era una bella sposina in viaggio di
nozze a cui capitò la stessa cosa : la sventurata dovette mettersi in slip e reggiseno.
Arriviamo ad una distesa di eucalipti e la solita ed esperta guida ci
indica numerosi koala che aggrappati ai rami trascorrono anche una ventina di
ore immobili per poi mangiare una foglia
di eucalipto e magari spostarsi di ramo e dormire altre innumerevoli ore: sono
molto vicini a noi e facilissimi da fotografare in quanto immobili.
E’ prevista infine la visita ad uno dei posti più spettacolari dell’
isola, come se tutto quanto visto fino ad ora fosse ordinaria amministrazione!. Raggiungiamo il posto più a sud dell’isola e su una vasta scogliera battuta
da un vento veramente gelido scorgiamo una distesa infinita di leoni marini:
Leoni marini a Kangaroo Island |
possiamo passeggiare fra di loro a patto di non disturbarli ed assistere alle
lotte a volte anche cruente che fanno fra di loro i maschi rivali per
conquistare le femmine.
La giornata volge al termine, si ritorna ad Adelaide consci di aver
avuto la fortuna di vedere spettacoli della natura che non si scorderanno per
tutta la vita.
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